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Festa della Liberazione di Jesi

Ore 19.00 - via 20 Settembre n° 33 (incrocio via del Molino)
Si terrà un momento commemorativo dove è apposta una lapide che ricorda l'ingresso in città del battaglione "Piemonte" degli Alpini avvenuto il 20 luglio 1944

ore 21.00 - Giardini “Orti Pace” - Via Setificio
Monumento ai Bersaglieri
Deposizione di una corona d’alloro
Celebrazione ufficiale - Interverrà Ero Giuliodori

Quello che accadde il 20 luglio 1944 è ancora vivo nella memoria dei più anziani: ecco come lo ricorda lo storico locale e giornalista Giuseppe Luconi nel suo libro “L’anno più lungo”.
“La notte fra il 19 e il 20 luglio 1944 è veramente la più lunga e la più sofferta, perché la popolazione rimasta in città si rende conto che ci si trova ormai all'ultimo atto, quello decisivo. Si cerca disperatamente una risposta all’interrogativo che, nei rifugi, negli scantinati, dove si veglia, si legge negli occhi di tutti: cosa faranno i tedeschi? Resisteranno sull’Esino, difenderanno Jesi o lasceranno la città senza combattere, evitandole nuovi e più grossi sacrifici? Data la posizione di Jesi, i più propendono per un disimpegno da parte tedesca, e la cosa appare certa quando agli scoppi provocati dai tiri delle opposte artiglierie si frammischiano le esplosione dei guastatori nazisti, che fanno saltare il ponte San Carlo, il ponte Pio, i ponticelli di via Marconi, via Colocci e via XXIV Maggio, e il ponte sulla Granita, in via Garibaldi, con il chiaro scopo di ritardare l’avanzata degli alleati e favorire lo sganciamento delle truppe tedesche…
All’alba il generale Utili si trova sul crinale fra il Musone e l’Esino per vedere da dove tirano gli “88” tedeschi. Poi l’ordine: Avanti gli alpini. Sono le 6 del mattino. La 3ª compagnia del battaglione alpini “Piemonte”, comandata dal capitano Barbieri, attraversa per prima il fiume ed entra a Jesi…. I pochi abitanti che sono rimasti a Jesi - riferisce Il Piave, settimanale dei soldati italiani dell’Ottava Armata - rimangono dapprima stupiti di trovarsi di fronte ai nostri gagliardi fanti della montagna. Essi non immaginavano che la conquista della città potesse essere così repentina, non solo, ma che fossero proprio reparti italiani a liberarla. Però, dopo il primo attimo di sbalordimento, la loro gioia si manifesta in pieno ed i nostri soldati vengono letteralmente portati in trionfo mentre dalle finestre cominciano a sventolare i primi tricolori”.

QUANDO