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Sefro

Sefro e i da Varano
La piccola Sefro nel Duecento era una solida comunità che fu accreditata dal rettore pontificio come libero comune del distretto di Camerino di cui godeva la protezione. Quella che oggi è conosciuta come Torre Varano era in precedenza una fortificazione utilizzata per il rifugio degli abitanti durante gli assedi dei nemici e i da Varano la ampliarono fino a farla divenire un loro presidio militare di guardia a confine del territorio. Sempre fedele a Camerino e alla parte filopapale, fu luogo in cui si rifugiarono gli abitanti di Camerino scampati al violento saccheggio delle truppe sveve capitanate dal Doria nel 1259.
A Sefro Gentile da Varano, uno dei sopravvissuti, riunì l'esercito con il quale riconquistò la sua città e pose la basi per quella lunga dinastia che per tre secoli portò il comune maceratese ai massimi splendori economici e artistici.
A Sefro si rifugiò anche il beato Bernardo di Quintavalle, compagno di San Francesco, che nella Grotta del Monte Crestaio visse da eremita e per questo chiamato Eremo di San Bartolomeo delle Carceri.

ATTENZIONE - Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare il Comune di Sefro al numero 0733.509 0737.45118, e mail: comune@sefro.sinp.net

Sefro. Percorso storico artistico
Piccolo comune di impianto medievale circondato da boschi lussureggianti tra i quali si snodano percorsi montani di rara bellezza, è stato proprietà dei Da Varano e ancora oggi campeggia la Torre Varano unica parte superstite del più grande forte costruito dalla famiglia camerte. Una piccola chiesa alle porte del paese è dedicata a San Tossano e affonda le sue radici nel Trecento ma, più volte rimaneggiata, mostra oggi forme tipiche XV secolo. Custodisce un affresco raffigurante San Francesco d’Assisi, considerato dagli studiosi come una delle prime immagini del Santo nelle Marche dopo la sua morte. Sul Monte Crestaio, su di un piccolo pianoro roccioso, sono visibili delle grotte scavate nella roccia e i ruderi di un vecchio edificio conosciuto come l'Eremo di San Bartolomeo delle Carceri dove, secondo la leggenda, visse il beato Bernardo di Quintavalle primo compagno di San Francesco che qui si rifugiò in piena solitudine e preghiera dopo la morte del poverello per allontanarsi dalle accese dispute sorte all'interno dell'ordine francescano. Fuori dal borgo si può visitare il Bosco Incantato dedicato ai più piccoli con folletti e fatine all'opera nella selva.

L'IME - Istituto Marchigiano di Enogastronomia vi consiglia:

Ciauscolo Igp
Un “gioiello di famiglia” della norcineria marchigiana è sicuramente rappresentato dal ciauscolo, detto anche ciavuscolo o ciabuscolo. La caratteristica che rende questo prodotto immediatamente riconoscibile dagli altri salumi è senza dubbio la sua spalmabilità. In molti lo paragonano, per questo, ad un paté straordinariamente gustoso. Il suo profumo è delicato, aromatico, tipico, deciso e speziato. La sua origine si perde nella notte dei tempi e rimanda alla pratica tradizionalmente rurale di lavorare il maiale.

Patata Rossa di Colfiorito igp
La zona degli altipiani di Colfiorito è stata sempre tradizionalmente conosciuta come vocata per la coltivazione della patata rossa. Rinomatissima per le sue caratteristiche peculiari la patata rossa ha la polpa compatta e gialla, buccia rossa e spessa, gusto intenso e un gradevole profumo con sfumature che arrivano dalla terra smossa alla nocciola. Tutte queste particolarità derivano appunto dal fatto che la patata rossa è coltivata sugli altipiani ad un’altitudine di almeno 470 mt in un’area a cavallo tra Marche e Umbria. La sua comparsa qui risale alla fine della seconda metà del XVIII secolo, quando venne introdotta con ogni probabilità dal passaggio nello Stato Pontificio delle truppe Imperiali e successivamente durante l’occupazione francese nel periodo napoleonico. 
Questo tubero è particolarmente versatile in cucina. Il massimo è la frittura e l’arrostitura in teglia. Ottima per preparare anche gnocchi e purea. Perfetta per realizzare minestre di patate e zuppe. Inimitabile è l’antico uso di cuocerle lentamente sotto la cenere del camino.  

Info:

Comune di Sefro

Turismo Marche: Sefro