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Castelsantangelo sul Nera

Castelsantangelo sul Nera
Verso la fine del IX secolo il signore di Visso si trasferì a ridosso del Monte Cornaccione costruendo un castello ben fortificato per occuparsi dell'organizzazione delle sue terre.
L'instaurarsi del monachesimo con ricche abbazie cresciute con le donazioni dei fedeli, favorì l'ampliamento dei possedimenti ecclesiastici dell'Abbazia di sant'Eutizio a Preci che proteggeva tutti i centri della valle compreso Visso, uno dei comuni più forti del territorio. 
Le lotte tra impero e papato che segnarono la grande storia, lasciarono tracce anche nei comuni dei Sibillini che per sganciarsi da signori, sia laici che ecclesiastici, mossero guerre per ottenere la loro indipendenza e il riconoscimento della propria libertà. 
Così successe proprio all'ultimo erede e signore di Castelsantangelo sul Nera, Tiboldo di Farolfo di Nocria (antica frazione di Castelsantangelo sul Nera), che nel 1255 lasciò tutte le sue proprietà all'oramai potentissimo comune di Visso.
Con questo passaggio il comune di Castelsantangelo sul Nera diventò una semplice Guaita Montana di Visso, cioè un rione con propri rappresentanti nel Consiglio Generale delle Guaite che contavano 5 tipi di terre: Guaita Plebis (il centro), Guaita Uxitae (Ussita), Guaita Montana (Castelsantangelo sul Nera), Guaita Villae (Villa Sant’Antonio), e Guaita Paggese (Cupi, Macereto e  Aschio).

ATTENZIONE - Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare il comune di Castelsantangelo sul Nera 0737.970039, e mail: protocollo@comune.castelsantangelosulnera.mc.it

Castelsantangelo sul Nera. Percorso storico artistico
Il centro storico presenta molte chiese come quella di San Martino in stile romanico con affreschi di scuola umbra Quattro – Cinquecenteschi forse realizzati da Paolo Bontulli da Percanestro e da Paolo da Visso. 
La chiesa di Santo Stefano, del 1300, ha un fonte battesimale del XIV secolo, mentre la chiesa di Santa Maria Castellare, del 1400, fu un ospizio della Congregazione di Carità e venne lentamente arricchito da prestigiose opere d’arte, come il polittico di Paolo da Visso decorato con ori e stoffe. Il Monastero di San Liberatore fu sempre casa delle monache benedettine di clausura fino al 1958 e la pregevole cappella ospita i raffinati affreschi di Paolo da Visso e della sua scuola. 
L’Ecomuseo del Cervo è un’importante opera didattica, anche multimediale, che racconta ambiente, vita ed ecosistema delle montagne e consente di proseguire il percorso all’aperto fino all'Ecocentro Faunistico dove ci sono gli animali nel loro ambiente naturale. Si può ancora continuare con una serie di tappe a cielo aperto fino alle Sorgenti del fiume Nera passando per l'Acquedotto del Nera, la centrale idroelettrica, il mulino ad acqua e lo stabilimento per l'imbottigliamento dell'acqua minerale.

L'IME - Istituto Marchigiano di Enogastronomia vi consiglia:

Lenticchia di Castelluccio di Norcia
La zona di coltivazione della Lenticchia di Castelluccio di Norcia è l’altopiano di Castelluccio e copre una zona a circa 1400 m. s.l.m che va dal comune di Norcia a quello di Castelsantangelo su Nera (Macerata) proprio al centro del Parco nazionale dei Monti Sibillini. La buona resistenza a qualsiasi parassita ne fanno un prodotto biologico per natura e molto apprezzato per il suo gusto.
È un antichissimo legume trovato anche in tombe neolitiche del 3000 A.C.  
La fioritura della lenticchia , tra maggio e agosto, regala uno spettacolo di straordinaria bellezza che richiama numerosi turisti con un’intera valle che sfuma dal giallo ocra al rosso. 

Ciauscolo Igp
Un “gioiello di famiglia” della norcineria marchigiana è sicuramente rappresentato dal ciauscolo, detto anche ciavuscolo o ciabuscolo. La caratteristica che rende questo prodotto immediatamente riconoscibile dagli altri salumi è senza dubbio la sua spalmabilità. In molti lo paragonano, per questo, ad un paté straordinariamente gustoso. Il suo profumo è delicato, aromatico, tipico, deciso e speziato. La sua origine si perde nella notte dei tempi e rimanda alla pratica tradizionalmente rurale di lavorare il maiale.

Pecorino dei Monti Sibillini presidio Slow Food
A oltre 2100 metri di altezza la civiltà pastorale produce un pecorino particolare, un prodotto artigianale che seguendo un’antica tradizione vede l’aggiunta di spezie ed erbe aromatiche al caglio per aumentarne il potere coagulante. È il pecorino dei monti Sibillini, un formaggio della più antica tradizione marchigiana. Fatto dal latte appena munto, crudo e dalle erbe locali che lo insaporiscono e gli donano quel carattere tipico ed esclusivo di questa zona. Il pecorino era tra i prodotti preferiti dall'imperatore Augusto.

Info:

Comune di Castelsantangelo sul Nera

Monti Sibillini

I Monti Sibillini sul Web

Turismo Marche: Castelsantangelo sul Nera