Descrizione

Villa Collebellombra si estendeva su una superficie di oltre 180 ettari quando, nel 1908, la famiglia Gambelli ne acquistò la proprietà. Un’estensione che comprendeva sette colonie, l’equivalente dei terreni che vanno dall’attuale Clinica Villa Serena fino alla zona dell’Acquasanta, da un lato all’altro.
La famiglia Gambelli era già nota a Jesi dal 1800, non solo per le proprietà terriere. Possedeva infatti la drogheria di corso Vittorio Emanuele, conosciuto oggi come corso Matteotti, dov’è situato l’iconico Caffè Saccaria. Una presenza cittadina che comprendeva la storica abitazione nel palazzo adiacente all’odierna Pinacoteca Civica, una struttura estesa fino a via Mazzini.
Nel momento storico della nascente borghesia agiata del primo Novecento, l’intero patrimonio rappresentava una forma di riscatto sociale per la famiglia: i Gambelli, infatti, continuarono a portare avanti l’attività commerciale e a dirigere quelle terre mantenendo il sistema di gestione, oramai consolidato, della mezzadria.
Honorato Honorati decise di edificare Villa Collebellombra nel 1790 sullo stile delle ville venete, con il tipico modello palladiano. La villa venne progettata come un edificio su due piani con un corpo centrale a pianta rettangolare sormontato da un grande timpano, e una facciata tripartita da lesene.
Dopo una modifica apportata nel 1920, in cui il corpo principale venne collegato ai magazzini del grano creando un salone in stile Liberty, Collebellombra arrivò a presentare lo schema tipico delle ville marchigiane: una cappellina settecentesca ancora officiata, le scuderie oggi diventate luoghi di vita dell’attuale famiglia Gambelli, la limonaia e la casa del custode all’interno della proprietà, un ampio cortile, il giardino con fontana e un vasto parco ad abbracciare la villa.
Il Marchese Luciano Honorati cedette Villa Collebellombra nel 1908 per 312.000 lire, consegnando ai Gambelli una proprietà che si estendeva su oltre 180 ettari di terreno. L’equivalente odierno della zona che si estende dalla Clinica Villa Serena fino alla zona dell’Acquasanta, da un lato all’altro.
Villa Collebellombra sopravvisse anche alla Seconda Guerra Mondiale, non senza conseguenze. Nel corso del conflitto venne occupata sia dall’esercito tedesco che da quello alleato, con il conseguente abbattimento di molti alberi all’interno del giardino. Alla fine della guerra venne spostato il cancello di ingresso più a monte e si registrò la perdita di due ettari di bosco, dai cinque ettari iniziali agli attuali tre.
Composto perlopiù da bosco alto, con tre ettari di querce e lecci secolari che hanno accolto l’edificazione di Villa Collebellombra e la sua storia, il parco è stato elevato a monumento di valore storico e vincolato dalla Soprintendenza delle Belle Arti dopo le numerose vicissitudini storiche.
Un viale principale composto da ulivi permette di entrare nel bosco attraverso un secondo viale di tigli, mentre il giardino può essere raggiunto direttamente con un secondo accesso privo di viale.
Il “giardino all’italiana” sul fronte dell’edificio è prettamente ottocentesco e simmetrico, e nel tempo si è arricchito con alcuni alberi in voga tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, tra cui cedri del libano e palme.
Villa Collebellombra accoglie una fauna composta da molte specie di rapaci notturni come gufi, civette, barbagianni e assioli, così come da mammiferi quali tassi, donnole, ricci, istrici, volpi, cinghiali e caprioli, che hanno trovato nel bosco un luogo accogliente e sicuro.
Il giardino sul fronte della casa ha una fontana al centro ma in disuso da molti anni. Nel bosco è invece presente un laghetto popolato da carpe.

Posizione

Villa Collebellombra, Jesi

Informazioni

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