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Mogliano

Mogliano e Fildesmido da Mogliano
Tra i protagonisti indiscussi della storia marchigiana in età sveva troviamo Fildesmido da Mogliano: convinto filoimperiale, uomo di ottime capacità militari e soprattutto abile politico e giurista. La sua carriera iniziò a San Severino, libero comune da pochi anni, con la nomina a podestà nel 1199 dove mise a segno la conquista dell'ambito castello di Pitino ai danni di Montecchio (oggi Treia). 
Nella sua Mogliano fece costruire una possente rocca e una leggendaria torre capace di contenere più di 300 uomini.
Dal 1215 al 1218 Fildesmido fu podestà di Fermo, dove sarà rettore anche nel 1249, e poi a Tolentino e a Macerata. Fu vicario in temporalibus di San Salvatore in Aso e per dodici anni fu giudice dell'Abbazia di Farfa su tutti possessi marchigiani amministrandone la giustizia e la riscossione dei tributi. 
Continuò ad ampliare i suoi possedimenti, tra accordi e politiche matrimoniali di sicuro vantaggio, tra le valli del Tenna e del Chienti con più di 20 castelli tanto da divenire uno dei più potenti signori dell'epoca; Sarnano fece atto di vassallaggio a Fildesmido, ottenne il castello di Gualdo, quello di Morico, quello di Loro Piceno, di Col di Pietra di Cessapalombo
Il suo prestigio è leggibile anche dall'accordo stipulato con Fermo, uno dei comuni marchigiani più importanti dell'epoca, che chiese a Fildesmido protezione militare in caso di guerra in cambio di alcune concessioni territoriali. 
Nel 1239 re Enzo giunse nelle Marche per riportare dalla parte imperiale i ribelli comuni marchigiani e il tramonto politico di Fildesmido sembrò imminente perchè gli venne affidato l'incarico di difendere i possedimenti dell'Abbazia di Farfa contro gli Svevi. La sconfitta imposta a Fildesmido da Rinaldo d'Acquaviva a capo dell'esercito imperiale, fu durissima. lo stesso Federico II ordinò al suo vicario Roberto di Castiglione di convocare Fildesmido per la restituzione di alcuni suoi castelli. Un processo che fu piuttosto lungo e di cui non conosciamo il finale, ma sappiano che Fildesmido mantenne tutte le sue proprietà e, nel 1244, le divise tra il figlio Ruggero, al quale lasciò i possedimenti attorno Mogliano, e il nipote Rinaldo erede di tutti i feudi del castello di Brunforte nei pressi di Sarnano e che da questo prenderà il nome di Rinaldo di Brunforte, un altro impavido e temuto protagonista filoimperiale della Marca del Duecento.

ATTENZIONE - Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili a causa del sisma del 2016. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare il comune di Mogliano al numero 0733.559840, e mail: info@comune.mogliano.mc.it

Mogliano. Percorso storico artistico
L'urbanistica del paese è tutta settecentesca e della possente rocca voluta da Fildesmido rimangono, oggi, i ricostruiti bastioni che sono un vero terrazzo panoramico.  
La chiesa di San Gregorio Magno è preceduta da una scenografica scalinata del 1762, mentre quella di Santa Maria di Piazza custodiva la Pala di Lorenzo Lotto, Madonna in gloria e i santi Giovanni Battista, Antonio da Padova, Maria Maddalena e Giuseppe, ora trasferita nel Museo Arte Sacra di Mogliano (MASM), collocato sopra l'Oratorio della Madonna della Misericordia del XV secolo. Fuori dalle mura il Santuario del Santissimo Crocifisso, costruito da Giuseppe Lucatelli, e il Museo delle Terre Artigiane che valorizza la pregiata lavorazione di vimini, canna di bambù, midollino, pelle e cuoio. In campagna, vicino al fiume Ete Morto, sorge la chiesa del Santissimo Crocifisso (1579), con tempietto rinascimentale, di proprietà della Confraternita del Sacramento.  

L'IME - Istituto Marchigiano di Enogastronomia vi consiglia:

Colli Maceratesi Doc 
In essi si racchiudono più vini, rossi e bianchi, espressione di uve autoctone dai valori universali tipici dei paesaggi dove vengono prodotte. Sono i vini dei monaci, diventati poi successivamente vini dei mezzadri. Il vino Colli Maceratesi Rosso è gradevole, asciutto, armonico mentre il vino Colli Maceratesi Bianco è da bersi giovane per gustare freschezza, vivacità e fragranza. Il gusto è secco con tenui profumi fruttati freschi, nelle zone ove l’esposizione al sole è più duratura ricorda il sapore degli agrumi.

Ciauscolo Igp
Un “gioiello di famiglia” della norcineria marchigiana è sicuramente rappresentato dal ciauscolo, detto anche ciavuscolo o ciabuscolo. La caratteristica che rende questo prodotto immediatamente riconoscibile dagli altri salumi è senza dubbio la sua spalmabilità. In molti lo paragonano, per questo, ad un paté straordinariamente gustoso. Il suo profumo è delicato, aromatico, tipico, deciso e speziato. La sua origine si perde nella notte dei tempi e rimanda alla pratica tradizionalmente rurale di lavorare il maiale.

Info:

Comune di Mogliano

Turismo Marche: Mogliano