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Comunanza

Comunanza e i signori di Monte Pasillo
Il conte Alberto de Smerillo era affittuario di alcuni territori di proprietà dei monaci farfensi e ne divenne proprietario con il sostegno dell'imperatore Federico Barbarossa per l'appoggiato durante al sua permanenza nella Marca.  
Da Alberto sembra nascere, o comunque essere imparentata, la potente dinastia dei Monte Pasillo così chiamata perché abitava nell'omonimo monte sopra l'attuale Comunaza. Monte Pasillo è all’interno di un territorio che nel 976 costituiva la curtes di Santa Maria Interamnes, dopo la presa del Piceno da parte di Roma (299 a.C), era porzione dell’insediamento romano di “Interamnia Poletina Piceni”.
Nel 1246 i Signori Di Monte Pasillo hanno assoggettato Monte Fortino, Montemonaco, Monte Falcone, Santa Vittoria,  Servigliano, Patrignone, Porchia, Smerillo, Castel Belmonte, Castel Nasuto, Ripavecchia, Poggio Radicone, Villa Gesso e, naturalmente “Communantia”,  dove possedevano vigne, selve, pascoli e i mulini.
Dopo numerose lotte con Fermo, nel 1249,vi fu la capitolazione  con la città di Ascoli: i fratelli Giorgio e Albertino di Monte Pasillo  firmarono un patto nel quale si stabiliva che i due venissero ricevuti come Cittadini ascolani, ma con la promessa di abitare ad Ascoli in tempo di guerra (in via dei Soderini  vi è il loro palazzo con lo stemma) mentre nei momenti di pace potevano risiedere dove volevano. 
I Nobili erano, inoltre, obbligati a  sostenere la città di Ascoli, in caso di necessità, “con otto cavalli armati” e riconoscere come loro amici i fedeli di Ascoli così come avere gli stessi nemici. In cambio di questi servigi, Ascoli decretava la cancellazione di ogni dazio e gabella in tutto il territorio posseduto dai Nobili di Monte Pasillo (privilegio goduto fino al 1755) con l’estensione del privilegio a tutti i loro dipendenti, di conseguenza anche gli ascolani potevano beneficiare degli stessi privilegi  nei territori e castelli della famiglia.

Dopo la distruzione definitiva del Castello di Monte Pasillo, gli ascolani eressero, sull’ansa del Fiume Aso, intorno alla Chiesa di San Francesco, il Castello di “Communantia Montis Passilli Civis Distrecualis Esculi”, come attesta  un atto notarile del 1324. Il castello fu soggetto alla città di Ascoli fino all'epoca napoleonica.

ATTENZIONE – Per visitare le strutture museali, scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare il Comune di Comunanza al numero 0736.844253, e mail: urp@comune.comunanza.ap.it

Comunanza. Percorso storico artistico

Resti di impianti termali di epoca romana narrano la storia più antica di questo comune.  La Chiesa di Santa Maria a Terme, del IX secolo, fu costruita sui resti di un tempio pagano di cui restano colonne in tufo e travertino; la facciata presenta simbologia medioevale: intreccio fitomorfo con elementi zoomorfi e antrpomorfi. Il centro storico conserva un impianto tipicamente medievale che annovera diversi edifici di culto come la chiesa di Sant'Anna del XVII secolo, e quella dedicata a San Francesco costruita sui resti di un edificio fortificato templare a picco sul fiume. Il Museo di Arte Sacra è allestito a Palazzo Pascali che presenta opere di oreficeria, una croce astile del 1700 e un Cristo del secolo XIV attribuito al celebre orafo ascolano Pietro Vannini. Tra le tele, il San Liborio di Giuseppe Ghezzi (1634-1721), nato a Comunanza e poi trasferito a Roma dove fu tra i massimi artisti dell’Accademia Romana di San Luca ed amico della regina Cristina di Svezia. La chiesa di Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto , progettata da Pietro Maggi e costruita nel 1831, custodisce un unicum: l’Organo Monumentale Barocco a due tastiere, unico in Europa per antichità, grandezza e sonorità. 

L'IME - Istituto Marchigiano di Enogastronomia vi consiglia:

Zafferano
La produzione di zafferano è la caratteristica che accomuna diversi imprenditori agricoli di Cessapalombo e altri comuni come Comunanza . Lo zafferano è una spezia che si ricava dagli stigmi del fiore Crocus Sativus, viene coltivato sui Monti Sibillini e contiene una straordinaria concentrazione di vitamine, sali minerali e oligoelementi preziosi per la nostra salute. La raccolta dei fiori è fatta pazientemente all'alba, prima che il sole sia alto e il fiore si dischiuda. Migliaia di fiori subito dopo vengono aperti da mani abili e gentili, attente a non rovinare gli stimmi. I pistilli, zafferano puro in fili, vengono prelevati senza romperli e fatti tostare su un setaccio posto sopra la brace del camino, dove arde legna di mandorlo o quercia. Diverse le ricette prelibate che si possono ottenere con questo piccolo fiore virtuoso.

Tartufo bianco pregiato
Il tartufo bianco è una varietà di tartufo preziosa sia dal punto di vista economico che gastronomico. La sua gleba è inconfondibile, dal colore bianco e giallo-grigiastro con piccolissime venature bianche. La superficie è liscia e il suo profumo è complesso ma piacevolmente aromatico, unico e inconfondibile. Vive in simbiosi principalmente con querce, salici e pioppi che ne determinano il colore e l’intensità dell’aroma

Info:

Comune di Comunanza

Monti Sibillini

I Monti Sibillini sul Web

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