San Severino Marche
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San Severino Marche

San Severino Marche: l'inizio della dinastia dei da Mogliano e la nascita degli Smeducci

A San Severino Marche inizia la carriera politica di uno degli uomini più influenti del XIII secolo: Fildesmido da Mogliano che qui fu nominato podestà nel 1199 e cercò subito di impadronirsi del Castello di Pitino l'avamposto più ambito per il controllo della valle.

Nel 1201 Fildesmido, dopo vari tentativi personali di conquista del castello, stringe accordi con i comuni vicini per strapparlo a Montecchio (oggi Treia) che fu perfino minacciata di occupazione. Fildesmido, d’accordo con i sanseverinati, preferì chiudere la controversia proponendo a Montecchio la pace che fu conclusa con un trattato sottoscritto in plano Catignani, nei pressi di Passo di Treia. Con quell’accordo Montecchio si impegnò a ritirare la sua guarnigione da Pitino.

Uscito di scena Fildesmido la disputa attorno al castello riprese passando nelle mani di Tolentino finché Federico II lo riconsegnò a San Severino per la fedeltà dimostrata.

Al Castello di Colleluce, altro avamposto per il controllo della valle, toccò invece la distruzione totale nel 1240 per mano delle truppe sveve.

San Severino fu sempre sostenitore degli Svevi già con il Barbarossa, ancor di più con Federico II e il figlio Manfredi che si servì del comune come base e supporto per il violento assalto che segnò la distruzione di Camerino.

La fedeltà alla parte imperiale ha lasciato tracce indelebili sull'alta Torre Civica che domina la città dal Monte Nero dove è posto il bassorilievo del “leone imperiale” simbolo dei filoimperiali. Nella stessa torre è presente l'altro bassorilievo con "il morso di cavallo" forse appartenuto a qualche podestà, ma da sempre interpretato dai cittadini come simbolo della famiglia Smeducci che con questo stemma non prometteva vita facile a coloro che si opponevano.

Gli Smeducci, nati dall'uomo d'armi Nuccio, erano filopapali, ma non perdevano occasione di schierarsi con la fazione imperiale quando la lotta poteva garantire loro il potere. La loro dinastia a San Severino fu vissuta con alterni consensi - furono anche esiliati - ma portò nei secoli successivi un notevole periodo di crescita economica e culturale di cui sono testimonianza le opere dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni tra i migliori rappresentanti del Tardogotico marchigiano.

Attenzione. Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune quasi interamente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare Pro Loco San Severino Marche Piazza Del Popolo, 43 - 62027 San Severino Marche Macerata Tel: 0733 638414 – e-mail: proloco.ssm@gmail.com oppure Ufficio Cultura e Turismo Piazza Del Popolo, 45 - 62027 San Severino Marche Tel. 0733.641309 e-mail: patrizia.bordi@comune.sanseverinomarche.mc.it

San Severino Marche. Percorso storico artistico

Le vestigia della romana Septempeda del II secolo a.C. sono visibili lungo la statale in cui sorge il parco con le terme, la domus e un sepolcreto. La parte medievale è per buona parte concentrata sul Monte Nero dove svetta con i suoi 40 metri la torre degli Smeducci e il Palazzo dei Consoli con la cinta muraria antica ancora percorribile. Di fronte ad esso il Duomo Vecchio con un ricco portale trecentesco e l’episcopio, oggi sede del Museo Civico Archeologico. Nella parte bassa la splendida Piazza del Popolo con la sua forma ellittica (224 metri di lunghezza) circondata da uno scenografico loggiato. Su di essa si affacciano la Torre dell’Orologio, costruita su progetto di Ireneo Aleandri nell'Ottocento, il Palazzo Comunale con la Galleria Comunale d’Arte Moderna – Collezione “Filippo Bigioli”, il Teatro Feronia e la chiesa di San Giuseppe.

La ricchissima Pinacoteca Civica P. Tacchi Venturi custodisce la magistrale Madonna della Pace del Pinturicchio, il Matrimonio mistico di Santa Caterina di Lorenzo Salimbeni, opere di Vittore Crivelli e Allegretto Nuzi. Numerose e prestigiose le chiese nate nel corso del Duecento come quella di San Domenico e Sant’Agostino completamente rimaneggiate nei successivi secoli.

Il Monastero di Santa Caterina fu costruito dai benedettini e fu poi donato alle monache Cistercensi che ancora oggi si dedicano alla coltivazione di erbe e di aloe da cui ricavano molti prodotti salutistici. Il Santuario del Santissimo Salvatore in Colpersito, con annesso il convento, fu fondato nell’anno Mille e ha accolto San Francesco che qui convertì Frà Pacifico, (Guglielmo da Lisciano, vedi Ascoli Piceno), stimato poeta alla corte di Federico II.

Rinomate le grotte di Sant'Eustachio con la piccola chiesa all'interno di un'area naturalistica protetta.

Il ricco territorio di San Severino è costellato di ben 12 castelli ancora forieri di fascino: sette fortificazioni sul versante nord occidentale del Monte San Vicino tra cui il Castello di Elcito costruito sulle rocce a più di 800 metri di altezza e vicino alle secolari faggete dell’altopiano di Canfaito; vi sono poi i castelli di Serralta tra tutti il più recente con la Rocca di Monte Acuto da cui si scende lungo una scalinata tra il bosco verso le grotte di Santa Sperandia, al confine con Cingoli, dove la santa eugubina si ritirò in penitenza. Il castello di Pitino ancora oggi di grande fascino con la sua maestosa struttura, quello di Carpignano con il potente cassero e l’alto mastio, e quello di Colleluce che in origine contava una doppia cinta muraria.

L'IME - Istituto Marchigiano di Enogastronomia vi consiglia:

Vernaccia di Serrapetrona Doc

La Vernaccia di Serrapetrona è un vino unico, una perla dell’enologia marchigiana tanto rara quanto antica dal profumo vinoso, con sfumature di rosa, di fragolina di bosco, la spuma è croccante, il palato è fruttato pieno. Nella versione secca regala al palato delle note piccanti. In quella amabile la dolcezza va verso la confettura di piccoli frutti. Si racconta che già nel Medioevo un soldato polacco, al seguito di truppe mercenarie, fosse rimasto così affascinato dal vino di Borgianastri, piccolo paese vicino a Serrapetrona, da coniare un detto sulla fortuna di questi luoghi che ancora è rimasto nel dialetto locale.

I Terreni Di Sanseverino Doc

È una delle più giovane denominazioni marchigiane che comprende l’intera area del Comune di San Severino Marche e da vita a quattro tipologie diverse di questo vino che dal rosso al passito va beveto abbastanza giovane.
• “Rosso” e “Rosso Superiore”, caratterizzati da un uvaggio minimo del 50% di Vernaccia Nera;
• “Passito”, ottenuto anch’esso da una prevalenza di uve Vernaccia Nera;
• “Moro”, si produce con il concorso di un uvaggio minimo del 60% di uve Montepulciano.

Ciauscolo Igp

Un “gioiello di famiglia” della norcineria marchigiana è sicuramente rappresentato dal ciauscolo, detto anche ciavuscolo o ciabuscolo. La caratteristica che rende questo prodotto immediatamente riconoscibile dagli altri salumi è senza dubbio la sua spalmabilità. In molti lo paragonano, per questo, ad un paté straordinariamente gustoso. Il suo profumo è delicato, aromatico, tipico, deciso e speziato. La sua origine si perde nella notte dei tempi e rimanda alla pratica tradizionalmente rurale di lavorare il maiale.

Info:

Comune di San Severino Marche

Proloco di San Severino Marche

Turismo Marche: San Severino Marche