...

San Ginesio

San Ginesio
Piccolo abitato di origine romana conobbe l'invasione dei Goti e dei Longobardi. Fu un castello molte forte, capace di tenere testa a comuni ben più grandi, grazie ad una continua crescita economica favorita dalle botteghe di lana, di tintorie e filande alle quali il territorio poteva garantire ricchezza di fonti d'acqua.
Dichiaratosi indipendente, intraprese si contrò la fortissima famiglia dei Brunforte di Sarnano sostenitrice delle lotte di Federico II e Manfredi di Svevia. 
Cedette sotto l'esercito di Manfredi che per mano del suo vicario Percivalle Doria danneggiò gravemente le sue mura. 
Perdonato e ritornato a sostenere l'impero beneficiò di alcune concessioni dal nuovo vicario imperiale Enrico da Ventimiglia. 
Con la scomparsa degli Svevi dall'Italia iniziarono nuove lotte contro Fermo, ma il papa mise fine ad ogni questione affidando San Ginesio ai da Varano di Camerino che affermarono la loro autorità approfittando dei tanti contrasti interni tra i nobili del comune.
 
Il centro urbano nato in questo periodo rappresenta un caso quasi unico nel contesto marchigiano perché sono presenti caratteristiche architettoniche tipiche del Nord Europa dovute all'insediamento di molti gruppi di origine germanica e olandese.

Un altro stretto legame si instaurò con la città di Siena alla metà del '400 quando un folto gruppo di ginesini esiliati dalla loro città, si rifugiarono nella città toscana arruolandosi nella guardia civica. Amati dai senesi per la loro lealtà e abilità furono aiutati da alcune cariche cittadine a riconciliarsi con San Ginesio. L'impresa giunse al successo e i ginesini esiliati tornarono a casa accompagnati da alcune delle massime autorità del comune di Siena che portarono in dono un pregevole crocefisso conservato nella Collegiata di San Ginesio.

ATTENZIONE - Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare il Comune di San Ginesio al numero 0733 652056, e mail: info@sanginesio.sinp.net

San Ginesio. Percorso storico artistico
Dal caratteristico colore ambrato per la pietra arenaria con cui è stato costruito, vi si entra attraversando la Porta Picena che conduce all'Ospedale dei Pellegrini o di San Paolo eretto alla fine del XIII secolo con solenni archi di pietra dove trovavano riposo i pellegrini diretti a Roma o Loreto. La chiesa-Collegiata di Santa Maria Assunta - dichiarato Monumento Nazionale di Alta Antichità - nasce nel 1098 e si presenta oggi con la sua particolare facciata in cotto divisa in due parti: romanica quella inferiore, in gotico fiorito quella superiore realizzata da Enrico Alemanno nel 1421, unico esempio di questo stile nelle Marche. L'interno presenta tre navate con archi e un'importante tela con la Madonna della Misericordia di Pietro Alemanno del 1485, opere di Pomarancio, Federico Zuccari, Adolfo De Carolis, Simone de Magistris; nell'altare le spoglie di San Ginesio. Nella cripta, con affreschi dedicati a San Biagio, vi è anche una ciclo del 1406 di Lorenzo Salimbeni. Nella centrale piazza, la statua dedicata al ginesino Alberico Gentili (San Ginesio 1552-Londra 1608) fondatore del diritto internazionale. La Pinacoteca Civica è stata allestita nell’ex chiesa di San Sebastiano del XIV secolo e annovera dipinti di Stefano Folchetti, Simone De Magistris e Vincenzo Pagani. Il Museo Civico Scipione Gentili è ospitato nell’ex chiesa romanica di San Sebastiano (XIV secolo) e propone opere d’arte dalla seconda metà del Quattrocento al tardo Seicento. 
Tra i boschi del Monte Ragolo si scorge il Santuario di San Liberato fondato nel Duecento dai signori di Brunforte in onore del loro avo francescano nato a Loro Piceno tra il 1215 e 1218 che abbandonò la sua ricca famiglia per diventare francescano seguendo le orme del santo assisiate. 
L’odierno monastero è frutto della ricostruzione del 1421 quando si aggiunse il convento che ancora oggi ospita i francescani e accoglie molti turisti. La chiesa di Santa Maria delle Macchie è tra quelle fondate dai confratelli di San Benedetto prima dell'anno Mille con un'insolita cripta divisa in sette piccole navate con capitelli decorati di epoca romana.

L'IME - Istituto Marchigiano di Enogastronomia vi consiglia:

San Ginesio Doc
Un vino rosso morbido nel quale si possono avvertire degli accenni di marasca ed una leggera spaziatura e pepe. Prodotto in una zona molto bella dal punto di vista paesaggistico, caratterizzata da impronte storiche di assoluto rilievo, il San Ginesio Doc è l’esaltazione di due vitigni indentitari: il Sangiovese e la Vernaccia Nera. San Ginesio conserva un rapporto plurisecolare con Siena e la scelta di vinificare Sangiovese è sostanzialmente dettata da questa “consanguineità” con la Toscana così come la Vernaccia Nera appartiene da sempre alla cultura rurale di questi luoghi d’incanto.

Il polentone
Il Polentone di San Ginesio è un piatto tipico del territorio perché prodotto con farina di mais quarantino quasi introvabile altrove e servito con sugo di carne (maiale, vitello o pollo) o in bianco con salsiccia, costate di maiale, funghi e con l’aggiunta di formaggio pecorino accompagnato dal rosso San Ginesio DOC.

Ciauscolo Igp
Un “gioiello di famiglia” della norcineria marchigiana è sicuramente rappresentato dal ciauscolo, detto anche ciavuscolo o ciabuscolo. La caratteristica che rende questo prodotto immediatamente riconoscibile dagli altri salumi è senza dubbio la sua spalmabilità. In molti lo paragonano, per questo, ad un paté straordinariamente gustoso. Il suo profumo è delicato, aromatico, tipico, deciso e speziato. La sua origine si perde nella notte dei tempi e rimanda alla pratica tradizionalmente rurale di lavorare il maiale.

Info:

Comune di San Ginesio

Unione dei Monti Azzurri

Monti Sibillini

I Monti Sibillini sul Web