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Macerata

Macerata e re Enzo
Nel mese di luglio del 1239 Federico II nomina suo figlio Enzo vicario nella Marca e la destrezza diplomatica e militare del giovane svevo fa si che importanti città come Jesi, Macerata ed Osimo tornino a schierarsi a fianco dell’imperatore.  
In seguito Enzo pose il suo accampamento a Macerata con l’intento di conquistare la vicina Montecchio (oggi Treia), baluardo inespugnabile del pontefice. Nel corso di questo estenuante assedio durato due mesi e finito senza successo, i maceratesi furono alquanto prodighi di aiuti alle truppe sveve e come ricompensa, nel novembre dello stesso anno, Enzo concesse alla città alcuni privilegi e castelli come quello di Casale, nei pressi di San Claudio che Macerata aveva già distrutto nel 1212, il castello di Nuncastro di cui non sono rimaste tracce, ma appartenente al territorio di Montecassiano e il castello di Miligano nella zona di Treia. La città così ampliò la propria influenza oltre il fiume Potenza con un conseguente incremento demografico grazie al trasferimento di molti abitanti dei castelli all'interno delle mura. 
A Macerata fu concessa anche l’immunità e il libero commercio in tutti i porti insieme con il divieto di imporre alla città tasse più alte di 25 libbre ravennati. L’unico obbligo richiesto consisteva nel fornire soldati all’esercito imperiale ogni qualvolta si fosse accampato nella zona.
Questo privilegio fu poi confermato nel castello di Melfi, nell’agosto del 1249, dallo stesso Federico II, il documento è oggi conservato nell’Archivio di Stato di Macerata con il sigillo giallo a cera in cui è raffigurato l’imperatore con il globo e lo scettro.

Macerata. Percorso storico artistico
Lungo la via Flaminia, sulle sponde del fiume Potenza, si trovava la romana Helvia Ricina, di cui rimane lo splendido anfiteatro e a cui molti fanno risalire le origini di Macerata, ma il primo comune nasce nel 1138 per concessione del vescovo di Fermo che fa unire due piccoli castelli: Macerata e Poggio San Giuliano entrambi di proprietà dei benedettini di Santa Vittoria in Matenano. Da questo periodo la città inizia la sua crescita con un centro storico che presenta un tessuto urbano costruito tra ‘500 e ‘800 con notevoli esempi di arte barocca. Nell’area in cui era Poggio San Giuliano c’è oggi il settecentesco Palazzo Buonaccorsi con la splendida Galleria dell'Eneide che accoglie il Museo della Carrozza, la pinacoteca di Arte Antica con opere di Carlo Crivelli, Giovanbattista Salvi, Carlo Dolci, il Parmigiano, Carlo Maratta, Barocci. Molto interessante la pinacoteca di Arte Moderna con le opere futuriste del Gruppo "Boccioni”. Il Museo di Storia Naturale è invece a Palazzo Rossini Lucangeli con le collezioni suddivise in cinque sezioni: paleontologia, mineralogia, vertebrati, malacologia, entomologia. Pregevole è la collezione di arte italiana del Novecento di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata a Palazzo Ricci. Gioiello culturale è la Biblioteca Mozzi Borgetti tra le più prestigiose della regione. Piazza della Libertà è il salotto della città con i palazzi del Comune e della Prefettura, la chiesa di San Paolo, il Teatro Lauro Rossi, la cinquecentesca loggia dei mercanti di matrice toscana e la Torre dei Tempi con l'orologio Planetario tra i più antichi d’Italia. Il palazzo dell’Università risale al ‘700 sebbene lo studium legum nasca nel 1290 per divenire ateneo solo nel 1540. Il Duomo con le opere di Allegretto Nuzi, del Bellini, Uterberger, Boscoli è dedicato al patrono San Giuliano. Su di una cappella del ‘400, costruita per mettere fine ai castighi della peste, sorge su progetto di Luigi Vanvitelli la settecentesca Basilica della Madonna della Misericordia decorata con opere di Francesco Mancini e Sebastiano Conca. Emblema della città è lo Sferisterio, vero tempio della lirica, costruito nel 1820 da Ireneo Aleardi come arena per l’antico gioco del pallone col bracciale tanto amato da Leopardi

L'IME - Istituto Marchigiano di Enogastronomia  vi consiglia:

Colli Maceratesi Doc 
In essi si racchiudono più vini, rossi e bianchi, espressione di uve autoctone dai valori universali tipici dei paesaggi dove vengono prodotte. Sono i vini dei monaci, diventati poi successivamente vini dei mezzadri. Il vino Colli Maceratesi Rosso è gradevole, asciutto, armonico mentre il vino Colli Maceratesi Bianco è da bersi giovane per gustare freschezza, vivacità e fragranza. Il gusto è secco con tenui profumi fruttati freschi, nelle zone ove l’esposizione al sole è più duratura ricorda il sapore degli agrumi.

Ciauscolo Igp
Un “gioiello di famiglia” della norcineria marchigiana è sicuramente rappresentato dal ciauscolo, detto anche ciavuscolo o ciabuscolo. La caratteristica che rende questo prodotto immediatamente riconoscibile dagli altri salumi è senza dubbio la sua spalmabilità. In molti lo paragonano, per questo, ad un paté straordinariamente gustoso. Il suo profumo è delicato, aromatico, tipico, deciso e speziato. La sua origine si perde nella notte dei tempi e rimanda alla pratica tradizionalmente rurale di lavorare il maiale.

Gobbo di Trodica – Cardo di Macerata
È il gigante degli ortaggi viene chiamato anche cardo di Macerata. Rispetto agli altri cardi, il gobbo di Trodica presenta alcune caratteristiche distintive: la maturazione è meno precoce, le spine sono totalmente assenti, le foglie sono piene con liste meno frastagliate. Si differenzia ancora per doti di gentilezza più evidenti della costola mediana fogliare che si presenta molto ampia, spessa, priva di pellicola feltrosa, di colore bianco-avorio, carnosa, succosa, di aroma franco e sapore armonico molto delicato. Ad esso si abbinano una serie di ricette semplici: in padella con la salsiccia, oppure in umido o, ancora, fritto con lo strutto.

Fristingo  PAT (prodotto agroalimentare tradizionale)
Il fristingo è un dolce tipico della tradizione natalizia della zona. Si presenta di colore bruno e di aspetto compatto a base di frutta secca, fichi e spezie; ricorda vagamente il panforte. Un dolce poverissimo che conosce infinite varianti. Si fa con farina di granturco e poi si mette dentro tutto quello che c’è. Si racconta che il fristingo sia il più antico dolce di Natale, al punto d'essere più remoto ancora del Natale stesso, e che la sua ricetta, più di duemila anni fa, sia passata dalle mani etrusche a quelle picene sino ad arrivare ad oggi.

Visciole sciolte al sole PAT (prodotto agroalimentare tradizionale)
Se vi trovate a passeggiare per le campagne marchigiane vi capiterà di vedere disseminati qua e là alberelli curiosi simili ai ciliegi, ricchi di foglie verde scuro che in estate sono punteggiati di rosso rubino: sono le visciole, piccole amarene selvatiche. Questo frutto prezioso una volta ben maturato viene inserito in vasi ricolmi di zucchero che ben chiusi vengono posti al sole per oltre un mese. É in questo lasso di tempo che il sole disidrata le visciole. Un lento processo naturale che fa perdere alle visciole gradualmente il succo, favorendo lo scioglimento dello zucchero e formando lo sciroppo, che è fatto solamente del suo stesso succo, senza acqua e senza alcun additivo o colorante.

Info:

Comune di Macerata

Musei di Macerata

Palazzo Ricci

Sferisterio

MacerataTour

Provincia di Macerata

Turismo Marche: Macerata