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Camerino

Camerino e la nascita dei da Varano

I rapporti tra la filopapale Camerino e gli Svevi non furono mai pacifici e le lotte di fazione tra impero e papato culminarono con la sconfitta di Enzo durante l'assedio del comune.

Federico II, per portare dalla sua parte quanti più comuni possibile, firmò, nell’agosto del 1242, un diploma a favore di Camerino al quale perdonò le offese arrecate a suo figlio Enzo e confermò tutti i beni e le consuetudini alla città ribelle.

Tornata sotto l'ala del papa dopo la morte di Federico II, si trovò a dover fronteggiare il figlio Manfredi che nominò Percivalle Doria suo vicario nelle Marche. San Severino, Matelica, Macerata e molte altre città passarono dalla parte imperiale, ma Camerino rimase salda a favore del papa.

Due erano le famiglie che guidavano le fazioni cittadine: da una parte Raniero de’ Baschi capo dei filoimperiali, e Crescenzo Monaldi capo dei filopapali. La diplomazia del Doria non riuscì a sortire gli effetti desiderati e il fedele Raniero de’ Baschi fu uomo chiave di una delle vicende più difficili per il comune camerte.

La notte del 12 agosto 1259, Baschi aprì una delle porte della città permettendo all'esercito del Doria un assalto improvviso e violentissimo. La città venne incendiata e la nobiltà di parte papale fu costretta a scappare lasciandola nelle mani dei filoimperiali.

Persino le reliquie di San Venanzio, patrono di Camerino, furono rubate e portate simbolicamente in dono a Manfredi come segno del successo ottenuto.

Uno dei castelli dove si rifugiarono i sopravvissuti di Camerino fu Sefro, dove Gentile da Varano riuscì a radunare un esercito e riconquistare Camerino. È con questa vittoria che Gentile pose le fondamenta della potente casata dei da Varano che per tre secoli portò la città ai massimi splendori economici e artistici come attesta la ricchezza produttiva della Scuola pittorica di Camerino.

Anche le reliquie di San Venanzio tornarono nella città nel 1268, anno delle fine della casata sveva in Italia, grazie all'intercessione di papa Clemente IV.

Attenzione. Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili.
Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it), consultare il sito web turistico del comune di Camerino o chiamare I.A.T. - Informazioni Turistiche " Pro - Camerino " - tel./fax :0737-632534 - cell: 345 8855294 - e-mail : proloco@camerino.sinp.net

Camerino. Percorso storico artistico

Il complesso conventuale di San Domenico nasce nella seconda metà del Duecento, ma si arricchisce dello splendido chiostro solo due secoli dopo. Per la sua chiesa fu realizzato il polittico del Crivelli oggi nella Pinacoteca di Brera per l’asportazione che ne fecero i commissari napoleonici.

Nei primi anni del ‘900 il tempio, già sconsacrato al momento della applicazione delle eversive, fu trasformato in stazione dei tram. Il recupero del complesso edilizio e la sua destinazione a polo museale cittadino avvenne nell’ultimo decennio del secolo scorso. La preziosa Pinacoteca raccoglie testimonianze del Tre-Quattrocento camerte, periodo artistico di massima floridezza: superbo esempio la tavola con Annunciazione e Cristo in Pietà, dipinta da Giovanni Angelo di Antonio nel 1456. Nel convento ha sede anche il Museo di Scienze Naturali dell’Università di Camerino, con una fortissima vocazione didattica e divulgativa.

Il Museo Diocesano racchiude splendide opere di artisti camerti del Rinascimento e di grandi pittori italiani dei secoli XVI-XVIII. Il Palazzo Ducale fu costruito tra il Duecento e il Quattrocento dai da Varano ed è composto dalla più antiche Case di Gentile I (1263 circa), alle quali Venanzio aggiunse un proprio palazzo (nel 1355) e, infine, dalle Case nuove di Giulio Cesare disposte intorno alla spettacolare loggia magna, certamente realizzata da Baccio Pontelli attorno al 1490. Al centro della città la grande cattedrale neoclassica di Andrea Vici, che sostituì la precedente gotica e custodisce le spoglie del compatrono San Ansovino, vescovo della diocesi nel IX secolo. La Basilica di San Venanzio, martire decapitato a Camerino nel 253, presenta un portale tardo gotico di straordinaria eleganza. La chiesa barocca di San Filippo custodiva la grande pala di Gianbattista Tiepolo con l’Apparizione della Vergine al santo attualmente visibile nella Chiesa del Seminario in via Macario Muzio assieme all’Annunciazione di Giovanni Angelo d'Antonio.

La priorale di Santa Maria in via conserva una mirabile icona di gusto bizantino con la Vergine e il Bambino, attribuita già ad ignoto maestro camerte del secondo Duecento, assegnata ora a Pietro da Spoleto, operoso nella prima metà del secolo. L’icona avrebbe seguito in Oriente i mille camerti, guidati da Rodolfo II da Varano, impegnati nel 1345 nella crociata di Smirne. Il Convento di Renacavata, voluto da Caterina Cybo duchessa di Camerino nasce attorno al 153 e rappresenta il primo nucleo insediativo dell’ordine dei Cappuccini, notoriamente nato in città; alcuni degli ambienti, progettati tutti nel segno della semplicità estrema, accolgono il Museo storico dell’ordine. Voluta dai da Varano è l’omonima Rocca, eretta su alto e scosceso sperone prossimo al luogo in cui il Rio San Luca si versa nel Chienti. La rocca consentì ai titolari d’imporre pedaggi e balzelli rispettivamente agli uomini e alle merci in transito fra Roma e la costa adriatica. Al margine sud-ovest di Camerino fu costruita nel 1503, includendo al suo interno il convento degli Osservanti, la Rocca disposta da papa Alessandro VI Borgia e dal figlio Cesare. Già attribuita a Leonardo da Vinci, fu in realtà progettata da Lodovico Clodio.

L'IME - Istituto Marchigiano di Enogastronomia vi consiglia:

Il tartufo nero pregiato

Nel territorio della Marca di Camerino è presente una decina di specie di tartufi commestibili, tra cui il tartufo nero pregiato simbionte con alcune latifoglie, quali querce, carpini e noccioli, ma anche talvolta con conifere (pini), predilige suoli di origine calcarea.  I tartufi sono vere e proprie pepite di oro nero che si nascondono nei boschi dei Monti Sibillini, capaci di sprigionare un odore e un sapore unici e inconfondibili. Dalla terra alla tavola il passo è breve, grazie alla sapienza dei cercatori e dei loro cani, così il tartufo diventa protagonista di alcune delle più gustose ricette.

Torrone di Camerino

È detto anche Torrone Biondo come lo nominò la famiglia Betacchi, dolciari di Camerino, che lo fece assaggiare con grande successo a Vittorio Emanuele III ricevendo in cambio una spilla con le proprie iniziali. Un classico torrone di mandorle che da secoli fa parte della tradizione di Camerino e alla quale ogni anno è dedicata l'omonima festa. È cosa risaputa che il torrone è nato a Cremona, probabilmente inventato per le nozze di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti nel 1441. A questo nobile banchetto di matrimonio era presente anche Costanza Varano che ha "carpito" la ricetta del torrone e lo ha introdotto, con successo, nella sua Camerino.

Info:

Comune di Camerino

Camerino Meraviglia

Proloco di Camerino

Turismo Marche: Camerino